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La carne di animali clonati entra nella catena alimentare

Una mucca clonata, la cui carne prole è entrata nella catena alimentare britannica, può avere più di 100 discendenti nel Paese, e la notizia circolata pochi giorni fa ha immediatamente suscitato i timori sulla loro diffusione nel sistema alimentare, e le conseguenze che questo può avere sulla salute umana. L’anomalia, che in futuro potrebbe non essere più considerata tale, non riguarda solo l’Europa. Tre bovini sono nati dal clone americano, il quale aveva prodotto 97 vitelli, secondo quanto riferisce Holstein UK, l’organismo responsabile per la registrazione di tutte le vacche e tori di razza nelle aziende agricole.

La Food Standards Agency (FSA) ha spiegato che le carni provenienti dai due tori

è già stata mangiata.

La notizia ha alimentato il dibattito in Gran Bretagna circa l’etica e la sicurezza della clonazione, anche se gli esperti insistono nel dire che i prodotti alimentari provenienti dalla prole di animali clonati non rappresentano alcun rischio per la salute.

Secondo la legge europea, i prodotti alimentari derivati da animali clonati devono superare una valutazione sulla sicurezza e ottenere l’autorizzazione prima di essere commercializzati. La FSA è responsabile per l’autorizzazione dei “nuovi alimenti”, come la carne e altri prodotti da cloni e dalla loro progenie e ha detto che non aveva né concesso alcun tipo di autorizzazione, né le è stato chiesto di farlo.

Le indagini sono state avviate all’inizio della scorsa settimana dopo che si è scoperto che il latte dei figli di una mucca clonata era stato messo in vendita per il pubblico. I funzionari del Consiglio locale hanno identificato come proprietario dei bovini Callum Innes di Auldearn, nel nord della Scozia, il quale ha spiegato che i suoi animali erano stati abbattuti nel maggio scorso, ed è probabile che siano stati anche mangiati.

Ma a rassicurare tutti ci pensa (o almeno ci prova) la National Farmers’ Union Scotland, il sindacato degli allevatori scozzesi, il quale ha spiegato che non vi erano “rischi” per la salute umana derivanti da prodotti alimentari provenienti dalla progenie di animali clonati. Il professor Hugh Pennington, microbiologo di primo piano alla Aberdeen University, ha aggiunto che il processo è stato “assolutamente sicuro”, facendo riferimento alla presunta pericolosità come ad una sorta di “leggenda”.

Sono proprio come i loro genitori dal punto di vista genetico, quindi non c’è nessun problema

ha concluso il biologo. Ma nonostante le rassicurazioni, voi ve la sentireste di acquistare carne proveniente dalla prole di un animale clonato? Forse lo avete già fatto e non lo sapete.

[Fonte: Health24]