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Dipendenza da sesso, malattia o scusa banale?

Dipendenza dal sesso“. In questi giorni sta facendo molto scalpore la storia del professore di Saluzzo accusato di aver avuto rapporti sessuali con due studentesse, allora minorenni. Secondo quanto riportato da alcuni Mass Media, l’uomo avrebbe espresso il desiderio di intraprendere una terapia per quella che sarebbe la sua malattia, l’ossessione per il sesso, che da solo non sarebbe riuscito a controllare. Restando fermamente fuori dalla vicenda giudiziaria, viene lecito chiedersi quando in questi contesti si possa parlare veramente di patologia e quando invece può essere una scusa morale.

Lo ripetiamo, esuliamo dal caso specifico pur traendone ispirazione. Lo abbiamo visto con il noto golfista Tiger Woods, la cui storia ha impazzato per tempi immemorabili sui tabloid, ma possiamo pensare anche a Lindsay Lohan o Kanye West, tra gli altri. Ve ne sono state molte di confessioni in tal senso da parte dei vip nell’attimo in cui sono stati “colti in flagrante” con l’amante. Nella maggior parte dei casi, la presa di coscienza del problema arriva dopo che l’equilibrio psicologico e sociale nella quale la persona si trova, crolla del tutto a causa di eventi avversi.

Parliamoci chiaro, la dipendenza dal sesso è una patologia reale. Vi sono migliaia di persone in tutto il mondo che chiedono aiuto perché sentono di avere un problema psicologico, un disagio da dover affrontare. Ma pur essendo malati di sesso, va sottolineato, non si può delegare la responsabilità di queste azioni alla malattia. Come per ogni dipendenza si può per lo meno tentare di resistere alle pulsioni o come già specificato richiedere un consulto specialistico.

La dipendenza dal sesso è nella maggior parte dei casi causa di problemi molto importanti per ciò che concerne le relazioni sociali ed ancor di più in determinati casi a livello penale se ad essere coinvolte sono persone che non dovrebbero esserlo. Può essere una giustificazione per un illecito il fatto che si possa parlare di una patologia? No, assolutamente. La persona deve essere aiutata nonostante tutto a superare la sua malattia? Si. E con l’aiuto di esperti che sappiano come muoversi efficacemente.

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