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Voglia di naso nuovo? Attenzione al disordine dismorfico

 Quando si ricorre alla chirurgia estetica, è innegabile, si tratta del sintomo che qualcosa di noi stessi proprio non ci piace. Talvolta il difetto è macroscopico, evidente sotto gli occhi di tutti e affrontato con serenità dal chirurgo stesso: altre volte al contrario, la persona si “fissa” su un difetto pressochè inesistente (come un naso un po’ pronunciato, n.d.r). Almeno una volta su tre si tratta di una visione data dal un disturbo mentale ben preciso, il disordine dismorfico del corpo.

Basta pensare alla anoressia, anche essa , stringendo le valutazioni, una conseguenza di questa particolare patologia psichiatrica, che  rende le persone “cieche” verso la realtà del proprio corpo e le porta a vedere diosmorfirsmi dove in realtà non ci sono.

Lo ricordiamo, si tratta di una sindrome riconosciuta a livello medico che porta le persone colpite a preoccuparsi in maniera eccessiva del proprio aspetto fisico, ingigantendo i propri piccoli difetti, e rendendo una situazione normale, una piccola diversità un grande problema.

Giusto in questi giorni, sulla rivista Plastic e Reconsutructive Surgery è stato pubblicato uno studio a tal proposito condotto da un gruppo di chirurghi belga a confermare l’assunto che tra gli amanti della chirurgia estetica questo malessere sia ampiamente diffuso.   Badate bene, spesso e volentieri i veri professionisti della chirurgia estetica, quando si trovano davanti ad una tale casistica, si consultano con degli psicologi e nella maggior parte dei casi rifiutano di sostenere l’intervento.

Tornando alla ricerca, l’indagine condotta dall’ospedale universitario di Lovanio ha coivolto 266 pazienti che in un periodo di 16 mesi si erano rivolti a diversi chirurghi della zona. Dopo il discorso di rito con il medico, ai pazienti è stato richiesto di comporre un questionario per valutare la presenza di sintomi di dismorfia corporea.

Tra tutti coloro che avevano richiesto l’intervento per motivi di salute, la percentuale dei dismorfici si è attestata al 2%. Mentre è schizzata al 43% per coloro che avevano richiesto consulto solamente per motivi estetici.  La media finale si è attestata sul 33% di malati, contro una precedente rilevazione del 10% di qualche anno fa.

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