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Soia per combattere il colesterolo e assimilazione ferro: rischio anemia? Il parere dell’esperto

 Sulle proprietà benefiche della soia sappiamo oramai quasi tutto. E’ un prezioso alimento, sostanza naturale che può comunque nascondere però qualche insidia. Una di questa ci viene suggerita da un lettore di Medicinalive con un quesito tanto semplice quanto difficile la risposta.

“L’assunzione di soia granulare, utile per combattere il colesterolo, inibisce l’assimilazione di ferro dagli alimenti?”

Al riguardo esistono numerosi testi, scientifici e non, che offrono pareri diversi, alcuni anche contrastanti tra loro.

Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere l’ausilio di un medico: per rispondere al nostro lettore, ma anche per commprendere maggiormente le caratteristiche benefiche, le controindicazioni e gli eventuali effetti collaterali della soia, pianta conosciuta ed utilizzata in Cina da più di 5000 anni, ma che è entrata a far parte della nostra alimentazione solo negli ultimi 20 anni da quando ne è iniziata la coltivazione anche in Italia.

Ci spiega il tutto il dottor Mario Francesco Iasevoli, Medico Chirurgo dell’Unità Operativa Complessa – Endocrinologia del II Policlinico di Napoli.

“Le proprietà ipocolesterolemizzanti della soia sono ormai accertate e sfruttate nella pratica clinica. Un pochino più complesso è il discorso del ferro in essa contenuto e dell’assorbimento nell’organismo dello stesso. Rispetto ad altri legumi, una bistecca di soia contiene una quantità di ferro maggiore fino a raggiungere un valore circa doppio nelle proteine isolate della soia. Di fatto, però, la soia riduce l’assorbimento del ferro per il suo alto contenuto in fitati“.

Ovvero?

“L’acido fitico è la principale forma di immagazzinamento di fosforo dei vegetali, ma risulta indigeribile per l’uomo. Esso forma sali insolubili con molti micronutrienti, soprattutto ferro, zinco e magnesio. E’ in grado di chelare (termine che indica una trasformazione a livello biochimico ndr) il ferro rendendolo inassorbibile. La soia contiene l’ 1,4% in peso secco di fitati, inferiore solo a sesamo, crusca, cacao in polvere ed arachidi. Inoltre i derivati della soia hanno un rapporto Calcio/Ferro molto alto e ciò riduce anch’esso l’assorbimento di ferro in quanto il calcio compete con lo stesso trasportatore del ferro a livello intestinale”

Quindi l’uso di soia contro il colesterolo effettivamente riduce l’apporto di ferro nel sangue provocando anemia?

“Con ciò non posso affermare che l’assunzione di soia da sola possa causare carenze così gravi da determinare anemie sideropeniche sintomatiche. Un concomitante insufficiente apporto di ferro, associato ad un ridotto assorbimento e/o ad un aumento del fabbisogno potrebbe essere aggravato da un’assunzione in quantità massicce di soia soprattutto cruda cosa che difficilmente avviene sulle nostre tavole.

I processi di fermentazione e di cottura riducono il contenuto in fitati degli alimenti ovviando a tale problema, mantenendo intatte le qualità antiossidanti e purificanti di tale acido. Pertanto dovrebbero essere favoriti i derivati della soia cotti o fermentati come il Tempeh, il Natto, il Tamari e il Shoyu.

Senza contare tutte le altre proprietà benefiche della soia (ad esempio le sue capacità anti-tumorali). In conclusione, gli effetti benefici della soia possono essere considerati di gran lunga più importanti dei suoi effetti negativi (come il ridotto assorbimento di ferro, o il più noto alto potere allergizzante) che diventano trascurabili se l’assunzione risulta non eccessiva e all’interno di una dieta sana, varia ed equilibrata”.

Fermo restando un’analisi individuale dello stato di salute generale del singolo paziente, che non può prescindere per la scelta terapeutica più appropriata.

Se avete altri quesiti da rivolgere a noi o ad i nostri esperti, scriveteci pure a [email protected]

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