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Melanoma: scoperto in una proteina il meccanismo per bloccarne lo sviluppo

 Lei si chiama Bcl-2 ed è una proteina (per questo caratterizzata da un un nome così “atipico”!) individuata di recente quale responsabile di numerose neoplasie, tra cui il melanoma. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Cell Death and Differentiation spiega il meccanismo con cui Bcl-2 influisce sulle cellule tumorali, inducendole alla formazione di fattori che favoriscono l’angiogenesi, ovvero la nascita di vasi sanguigni che portano nutrimento ed ossigeno alle cellule cancerose, aiutandole così a crescere e moltiplicarsi, dando vita alle metastasi e a quelle forme di tumore resistenti alla radioterapia e alla chemioterapia.

Il prezioso lavoro scientifico è stato realizzato dalle Dott. Donatella Del Bufalo e Daniela Trisciuoglio, del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Regina Elena. In particolare, le due scienziate hanno individuato in una particolare “regione” della proteina, il luogo in cui si attivano le funzioni dell’angiogenesi: mirare gli innovativi farmaci “intelligenti” direttamente in quest’area potrebbe bloccare la nascita di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore e dunque bloccarne la riproduzione e lo sviluppo. Si apre così una nuova via, un nuovo percorso di speranza per chi viene colpito da melanoma: è su questo tumore, piuttosto aggressivo e recidivante che si è concentrato il lavoro scientifico, anche se la proteina è caratteristica pure di altre neoplasie.

Come spesso accade, ci troviamo di fronte a nuove ipotetiche cure, ma ancora molto lontane da un’applicazione pratica. Parlarvi di tutto ciò, non significa trovare nel giro di 6 mesi il medicinale in farmacia, non vogliamo crearvi false speranze. Ci teniamo però a mantenere alta l’attenzione, per ricordare che si sta facendo tanto per arrivare a questo obiettivo. Tra l’altro, molti studi convergono in questo senso e la strada può dirsi ottimale ed attualmente anche in discesa.  Il cancro si sviluppa in forme e modalità molto complesse tra loro, anche in relazione all’organismo che ne viene colpito. Una soluzione unica non sarà mai probabilmente possibile, ma varie cure per tante persone sì, ne sono certa: non domani, ma in un futuro molto prossimo. Per questo, mi viene spontaneo ringraziare chi lavora quotidianamente in un laboratorio di ricerca….

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