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Gastroenterite: è colpa del rotavirus

Dai 300 ai 400 mila casi l’anno solo in Italia, colpisce nella maggior parte dei casi i bambini da 0 a 5 anni. Stiamo parlando di rotavirus, un violento e contagiosissimo virus intestinale: qualcuno afferma che questo sia il periodo di massimo picco nel corso di un anno solare, ma ormai l’esperienza ci dice che questa stagionalità non esiste più .

Si manifesta con una gastroenterite acuta, caratterizzata da diarrea, spesso vomito e febbre. Dura dai 2 ai 5 giorni. Normale la preoccupazione dei genitori: per questo abbiamo chiesto chiarimenti al Dott. Alberto Villani Responsabile di Pediatria Generale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma:

Di gastroenterite in Italia fortunatamente non si muore. E’ comunque un disturbo importante che non va sottovalutato, specie nei bambini molto piccoli. Il rischio sta nella disidratazione. Se un bambino di 7-8 anni viene contagiato, in genere è perfettamente in grado di idratarsi, di bere.

E’ più difficile con un neonato o un bimbo al di sotto di un anno. In questi casi, se si hanno 7/10 scariche di diarrea al giorno o poco meno, ma accompagnate da vomito e durano più di 48 ore, sarà opportuno rivolgersi ad un pronto soccorso. Nella maggior parte di questi casi, segue un breve ricovero per la reidratazione  attraverso flebo.

A volte questa prassi è considerata eccessiva. Di fatto così non è. E’ la giusta tutela per questi piccini. Non bisogna comunque eccedere con i ricoveri quando si è lontani da queste casistiche. Tra l’altro è talmente contagioso da essere l’infezione intraospedaliera in assoluto più frequente.

Ma una prevenzione è possibile? Ed esiste un vaccino? Il Dott. Villani ci risponde sconsolato:

Per assurdo i vaccini esistono e sono reperibili nei paesi ricchi dove non servono, mentre sarebbero necessari nei paesi poveri. Nel terzo mondo muoiono di diarrea ancora troppi bambini. Più in generale: in Italia sono disponibili sul mercato 2 vaccini, ma per uno di questi sia la FDA (Food and Drug Administration) americana che l’Emea europea hanno espresso dei dubbi circa la sicurezza. La prevenzione rimane l’arma migliore: lavarsi le mani spesso è l’unica cosa da fare. L’allattamento al seno è sempre consigliato ed anche questo caso non fa eccezione. Si parla poi di probotici: ne esistono diverse categorie ed effettivamente alcuni sembrano aiutare nel caso del rotavirus, ma non tutti.

Dunque cari genitori se in questo periodo i vostri figli dovessero manifestare disturbi intestinali seri, non date subito la colpa alle uova di cioccolato. Piuttosto pensate a farli bere e chiedete consiglio al vostro pediatra di base.