Home » MEDICINA TRADIZIONALE » Chirurgia » Tumore alla testa, arrivano occhi bionici per la cura

Tumore alla testa, arrivano occhi bionici per la cura

Il tumore alla testa, che si tratti di cancro al cervello o al naso, potrà essere curato con più facilità grazie all’immissione di veri e propri occhi bionici e “navigatori” all’interno del campo operatorio: strumenti all’avanguardia che renderanno possibile “vedere” meglio le cellule cancerose.

 

Quando la tecnologia viene impiegata in chirurgia, i risultati sono sempre spettacolari. Sotto il nome di “navigatore” e “occhi bionici” stiamo raggruppando in realtà tutta una serie di strumenti endoscopici in grado non solo di raggiungere i tumori del cervello, del naso e dei seni paranasali con precisione assoluta, ma di operarli con molta più facilità rispetto a quanto si faceva qualche anno fa.

Il chirurgo può ora infatti esaminare bene la patologia, toccarla virtualmente grazie alle ricostruzioni 3D che queste strumentazioni portano alla luce. In tal modo lo specialista nel momento in cui si approccia al tumore sa perfettamente come è fatto, dove trovarlo e soprattutto come renderlo inoffensivo. Più la tecnologia si perfeziona, meno malattie cancerose poste in luoghi anatomici impervi saranno considerati “non operabili”. Ve ne abbiamo citate due tipologie, ma sono molte le innovazioni presentate all’ultimo Congresso Mondiale della Chirurgia Endoscopica del Cranio, presieduto dal prof. Paolo Castelnuovo, che spiega:

La recente creazione di ottiche 3D permette una visione bioculare del campo chirurgico dando una migliore percezione del senso di profondità, aumentando il dettaglio dell’immagine soprattutto nella chirurgia endocranica, cioè all’interno della scatola cranica. Ma migliorano anche il riconoscimento delle varie strutture come nervi, vasi sanguigni e pareti tumorali, facilitando il movimento chirurgico.

Nono solo: i nuovi strumenti, come in un film di fantascienza consento di “neuronavigare” il corpo umano, creando dei campi magnetici in campo operatorio guidando in qualche modo la mano del chirurgo a non “uscire” fuori dal suo spazio, aiutandolo grazie anche alla possibilità di inserire Tac e Risonanza magnetica nel corso dell’operazione grazie ad ulteriori nuovi dispositivi.

Photo Credit | Paolo Castelnuovo