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Sesso-dipendenza, ora anche le donne ne soffrono

Uomini di tutto il mondo, ascoltate: chissà quante volte, nel vostro giro di amici, vi sarete sentiti dire dalle ragazze (o donne che siano) “Voi maschi siete tutti uguali: pensate solo a Quello”. Dove il “Quello” in questione, lo sapete bene, è l’argomento sesso. Ebbene, è di oggi la notizia che un sondaggio britannico, ma anche le relazioni di alcuni psicoterapeuti statunitensi, tendono a smontare questa teoria, evidenziando anzi come sia in aumento il numero delle donne “Sex Addicted”, ovvero affette da “Sesso-Dipendenza”.

Ad infiammare la discussione è stato un sondaggio del network inglese BBC, dal quale è emerso che le donne colpite dalla bramosa mania di avere rapporti sessuali sarebbero in vertiginoso aumento. E lo stesso afferma il dottor Rob Weiss, sessuologo del Life Healing Centre di Santa Fe (New Mexico), che quantifica in un – sorprendente – 20% sul totale il numero delle donne tra i propri pazienti sessodipendenti.

Niente di preoccupante? Non proprio, perché se da un lato è vero che i manuali di psicologia non classificano questa dipendenza come una malattia, è altrettanto vero che la condizione psicologica del sessodipendente può aggravarsi e andare a rovinare gran parte dei suoi rapporti sociali, come ha spiegato a Salute 24 il vicepresidente della scuola di specializzazione in psicoterapia dell’Accademia italiana di sessuologia, Gennario Scione:

“Se il soggetto tende a rapportarsi con gli altri tramite una relazione strettamente genitale, può anche essere portato a rovinare progressivamente i rapporti affettivi e relazionali, arrivando persino a compromettere l’attività lavorativa ed economica”.

Scione ha poi ammesso che l’ingresso delle donne nel panorama della sessodipendenza è “una novità”, e quindi come tale andrà affrontata, anche se l’ipotesi di partenza degli studi è che “probabilmente sono gli uomini a spingere sempre più le donne nel vortice di questa mania”, come ha concluso l’esperto. Per fortuna dalla sessodipendenza si può guarire, per giunta senza dover ricorrere necessariamente ai farmaci. “Il disturbo viene di norma curato tramite psicoterapia individuale o di gruppo – ha rassicurato Scione – L’obiettivo non è puntare all’astinenza, come avviene nel caso delle droghe e dei farmaci, bensì cercare di portare l’individuo a vivere in maniera sana la propria sessualità, riagganciandola all’affettività