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Morbo di Basedow Graves

Morbo di Basedow Graves

È una forma di ipertiroidismo su base autoimmune caratterizzata dalla presenza nel sangue di anticorpi che stimolano la produzione di ormoni tiroidei. Tale stimolazione spesso provoca un aumento diffuso del volume della tiroide (gozzo diffuso). I pazienti affetti dal morbo di Basedow Graves, nel 50% dei casi, possono avere anche una patologia a carico degli occhi con edema, infiammazione dei muscoli extraoculari e un aumento del tessuto connettivo e adiposo dell’orbita.

CAUSE: il morbo di Basedow Graves, come la tiroidite autoimmune di Hashimoto, è causato da un’infiammazione della ghiandola tiroidea, frutto a sua volta di un sistema immunitario “impazzito” poiché produce autoanticorpi (l’antirecettore del Tsh, TRAb, l’antitireoglobulina, AbTg, e antiperossidasi tiroidea, AbTPO) che attaccano la tiroide compromettendone la sua funzionalità. La malattia comporta di conseguenza un drastico abbassamento dei livelli di TSH (recettore della tiroide) nel sangue, con la riduzione della produzione dell’ormone da parte dell’ipofisi e un notevole innalzamento dei livelli di T3 e T4. Sono stati individuati diversi fattori che possono predisporre a sviluppare il morbo, come:

  • Suscettibilità genetica
  • Infezioni
  • Stress
  • Steroidi sessuali
  • Gravidanza
  • Fumo
  • Alcuni farmaci (assunzione di iodio e amiodarone)

SINTOMI: l’esordio della malattia di Graves è spesso insidioso poiché i sintomi sono poco specifici. Tuttavia, può evolvere rapidamente dopo periodi di stress emotivo e presentare sintomi quali:

  • Nervosismo e irritabilità
  • Insonnia
  • Ipercinesia
  • Tremolii
  • Palpitazioni
  • Dispnea da sforzo
  • Fasi di depressione e astenia
  • Dimagrimento
  • Polifagia
  • Alterazioni del ciclo mestruale (amenorrea)
  • Diarrea
  • Incremento del volume della tiroide e comparsa del gozzo

Uno dei segni più caratteristici della malattia, al di là del gozzo, è la facies basedowiana, ovvero l’espressione “ansiosa” del volto dovuta alle alterazioni oculo-palpebrali: ampliamento delle rime palpebrali (segno di Darlymple), rarità dell’ammiccamento (segno di Stellwag), mancato abbassamento della palpebra superiore nello sguardo verso il basso (segno di Graefe), edema palpebrale ed esoftalmo detto anche orbitopatia di Graves. Si tratta di un sintomo abbastanza diffuso, caratterizzato da eccessiva sporgenza del bulbo oculare. Quest’alterazione non comporta soltanto variazioni dell’estetica dello sguardo, ma può determinare anche importanti rischi per la funzione visiva come la diplopia (visione doppia).

DIAGNOSI: non è sempre semplice diagnosticare questa malattia, poiché il morbo manifesta sintomi comuni ad altre patologie. Tuttavia, la diagnosi si basa sul raffronto del quadro clinico con gli esami di laboratorio e strumentali. Nella maggior parte dei casi, i pazienti con il morbo di Graves Basedow presentano un aumento sierico di FT3 superiore all’FT4 dovuto sia ad un’eccessiva produzione e secrezione ghiandolare di triiodotironina, sia ad un amento della conversione extratiroidea di T4 in T3.

CURA: il fondamento terapeutico del morbo di Basedow Graves è la riduzione dell’attività ormonale, che può essere attuata tramite i farmaci, la chirurgia e la radioiodio. Inizialmente, la malattia prevede l’assunzione di farmaci tireostatici, che inibiscono l’eccessiva produzione di T3 e T4 per portare la ghiandola ad una condizione di normalità. Una volta regolarizzati i valori, la cura viene interrotta, ma il paziente deve sottoporsi a controlli frequenti per verificare le condizioni della tiroide. in caso di ricadute, infatti, è necessario ripetere i cicli di terapia, tuttavia i farmaci tireostatici non possono essere assunti per lunghi periodi. Qualora la cura medica fallisca, le soluzioni che si prospettano sono l’asportazione totale della tiroide e l’ablazione con radioiodio. In entrambi i casi la ghiandola e il suo funzionamento vengono compromessi, ma l’assenza della tiroide non espone a ricadute, con la radioiodio, invece, il ripresentarsi della patologia non si può escludere. Chiaramente, sarà l’endocrinologo a decidere insieme al paziente la strada migliore da intraprendere. In ogni caso, il paziente dovrà adottare una terapia ormonale sostitutiva a base di levotiroxina.

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Via| Endocrinologia Clinica; Photo Credit| Thinkstock