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Sla, scoperta la causa: al vaglio nuove cure

 La sclerosi laterale amiotrofica, comunemente conosciuta sotto l’acronimo di Sla e malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce in neuroni responsabili del movimento, è ora correlata ad una causa di manifestazione ben precisa. E questo grazie allo studio di un gruppo di ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine, il quale ha individuato un difetto nel modo in cui le cellule nervose del cervello riciclano le proteine che dovrebbero costituire la propria struttura.

Fino ad ora gli scienziati non erano stati in grado di riscontrarne la causa e quindi di mettere a punto una adeguata terapia che puntasse a  non rappresentare un semplice palliativo: scenario che potrebbe essere raggiunto ora. I risultati della sperimentazione, pubblicati sulla rivista Nature, ci aiutano a capire meglio il passo in avanti archiviato.

Nell’articolo è infatti stato specificato come la malattia sembri essere causata da una disfuzione del sistema di riciclaggio cellulare. Praticamente succede questo: le cellule cerebrali non riescono più a riparare i loro eventuali malfunzionamenti e cominciano a danneggiarsi.  La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia molto insidiosa. Di media colpisce circa 350mila persone in tutto il mondo, tra i quali figurano bambini ed adulti indistintamente, ed almeno la metà dei pazienti muoiono entro tre anni dalla sua manifestazione.

A livello prettamente scientifico, per funzionare adeguatamente, i  neuroni devono essere in grado di riciclare le proteine, nutrendosi in qualche modo di essere. Con la Sla, questo circolo risulta compromesso portando ad un danno molto ampio. La proteina non funzionante, e centro della recente scoperta dei ricercatori statunitensi, è la ubiquillin2. La proteina, danneggiata, si accumula nelle cellule nervose sia dell’encefalo che del midollo spinale, dando di fatto il via a tutte le conseguenze negative della malattia.

Ciò che appare altresì importante è che questo problema si manifesta in tutte e tre le forme di sclerosi. Commentano così Teepu Siddique, il coordinatore dello studio:

Questa ricerca apre un campo completamente nuovo per trovare una cura efficace per la SLA. Ora possiamo testare farmaci che regolano questo percorso di proteine e provare a ottimizzarlo.

La speranza è applicare lo stesso metodo di ricerca e di azione anche per altre malattie neurodegenerative come il parkinson.

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Fonte: Nature